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Effetti dell’introduzione delle zone 30 sulla sicurezza stradale

Categoria: Studi Specifici

 

Nel Regno Unito è stata pubblicata (10/12/09)[1] una ricerca fondamentale, pubblicata sul British Medical Journal, dal titolo “Effetto dell’introduzione delle Zone 30 sugli incidenti stradali a Londra, dal 1986 al 2006: analisi della serie di dati”[2] che ha quantificato la collegata riduzione del numero di collisioni, morti e feriti sulle strade di Londra[3].

Lo studio, basato sull’analisi di 20 anni di dati raccolti dalla polizia stradale (dal 1986 al 2006), ha collegato 900.000 infortuni di cui 6200 mortali con 120.000 segmenti stradali dei 300.000 in cui è stata suddivisa Londra. Sono state analizzate tre tipologie di strade: all’interno della zona 30, all’esterno entro 150 m  dal perimetro e le strade rimanenti.

Grazie alle zone 30 incidenti e collisioni sono diminuiti del 40%; analoga riduzione si registra per morti e feriti gravi per tutti gli utenti della strada ed in particolare i morti sono diminuiti del 32% per i pedoni, del 38% per i ciclisti, del 39% per i motociclisti. Per i minori di 15 anni la riduzione è stata addirittura del 46%.

La ricerca dimostra pertanto in modo incontrovertibile che l’introduzione delle zone 30 porta al dimezzamento della mortalità per l’utenza debole con vantaggi tangibili per l’intera circolazione stradale.

 

La traduzione dello studio, a cura di Edoardo Galatola

 


[1] Department of Public Health and Policy, London School of Hygiene and Tropical Medicine

[2] BMJ 2009;339:b4469

[3] Il limite di velocità nelle zone esaminate in UK è pari a 20 mph corrispondente a 32 km/h. Si mantiene pertanto per analogia al resti d’Europa, la dizione “zone 30”.